“Come il volto è l’immagine dell’anima, gli occhi ne sono gli interpreti”.. diceva Cicerone. Infatti noi con gli occhi comunichiamo allo stesso modo delle parole attraverso il linguaggio degli sguardi, ecco perché i nostri occhi sono dei veri e propri messaggeri delle nostre emozioni più intime e più immediate. A volte basta guardarci negli occhi per capire se siamo tristi o qualcosa non va e allo stesso tempo se abbiamo gli occhi che brillano di gioia, non servirà farci domande per scoprire che siamo particolarmente felici. Ma in base alla direzione e all’intensità di uno sguardo possiamo distinguere il messaggio che trasmettiamo agli altri e capire così perché “Uno sguardo vale più di mille parole..” e perché “Gli occhi sono lo specchio dell’anima”
Sguardo intenso
Può rappresentare una minaccia, un rimprovero oppure un’approvazione o un incoraggiamento (basti pensare agli sguardi dei genitori verso i bambini)
Sguardo rivolto verso il basso
Abbassiamo lo sguardo quando siamo timidi o imbarazzati e non riusciamo ad incrociare lo sguardo altrui
Sguardo fisso
Guardiamo fisso negli occhi quando vogliamo mostrare interesse e attenzione al nostro interlocutore, oppure, quando vogliamo attuare un piano di seduzione verso chi abbiamo di fronte
Sguardo perso all’orizzonte
Guardiamo lontano all’orizzonte quando vogliamo districarci da una conversazione o da una situazione
Sguardo sfuggente
Stacchiamo lo sguardo quando siamo in preda ad una forte emozione ma non vogliamo farlo notare (tipo se riceviamo un complimento o un giudizio)
Evitare lo sguardo
Può essere una strategia difensiva che ci permette di non entrare in contatto con chi abbiamo di fronte per motivi di insicurezza o bassa autostima. Ma può anche testimoniare una situazione di indifferenza e di -disprezzo
Sguardo vigile
Muoviamo rapidamente gli occhi quando vogliamo essere particolarmente attenti senza lasciarci sfuggire nulla.
Dunque come dice Alessandro D’Avenia: «Ci sono due modi per guardare il volto di una persona: uno, è guardare gli occhi come parte del volto, l’altro, è guardare gli occhi e basta, come se fossero il volto»